Proponiamo le riflessioni dei Vescovi di Sicilia nel 50° Anniversario dello Statuto redatte a PALERMO il 15 maggio 1996.
E’
incredibile la lucidità con cui affrontano i temi della crisi economica
che già nel 1996 colpiva l’Isola in modo gravissimo.
Colpisce incredibilmente anche l’identità di vedute con “Progetto Sicilia”. Stupisce la sua attualità!
Nino Messina
…
IN TUTTI QUESTI ANNI LA SICILIA, COME IL MEZZOGIORNO D'ITALIA, È STATA
MANTENUTA DALLA POLITICA ECONOMICA NAZIONALE NELLA CONDIZIONE DI "AREA
ASSISTITA".
La ricchezza senza sviluppo e senza produttività,
prodotta da una molteplicità di rilevanti interventi, anche "speciali",
nella gran parte puramente "assistenziali", ha generato pesanti
"dipendenze" e non ha permesso alla Sicilia di essere "soggetto" del
proprio sviluppo.
Essa è stata condannata, e purtroppo potrebbe
restare condannata, a essere semplicemente "OGGETTO" DI UNO SVILUPPO,
ISPIRATO A "MODELLI LONTANI", estranei alla cultura dell'Isola e con
effetti spaventosamente disgreganti, a tutto vantaggio delle aree
sviluppate del Nord.
Si è così continuato a ingenerare una
"CULTURA DELLA PASSIVITÀ" da una parte e dall'altra un’ATTESA EDONISTICA
E CONSUMISTICA, che ha mortificato responsabilità ed autodeterminazione
almeno nei più deboli, minacciando e minando "i valori forti" della
cultura propria del popolo siciliano. Anche per questo, di conseguenza,
si è andata sempre più consolidando una particolare classe dirigente,
amministrativa e politica, impegnata comunque ad ottenere trasferimenti
di risorse e a legittimarsi in questa rivendicazione, magari
contrapponendosi alla classe dirigente di altra regione, ma non nella
promozione di un autentico sviluppo produttivo.
Da tutto questo ne
è risultata UNA GRAVE INCAPACITÀ POLITICA A GUIDARE LA SICILIA sulle
vie di un autentico rinnovamento e di un impegnato e responsabile
"auto-sviluppo", per il superamento e l’eliminazione dei gravissimi mali
che ancora umiliano l'Isola, fino, in certi casi, a livello di terzo
mondo: la spaventosa situazione della disoccupazione, le gravissime,
assurde e impensabili, carenze nel campo della sanità e dell'istruzione,
la disfunzione della pubblica amministrazione, le pesanti deficienze
nel settore dei trasporti.
L’impropria gestione della cosa
pubblica in Sicilia invece di diffondere un clima aperto alle nuove
potenzialità dell'intorno geografico, ha mantenuto un ambiente contratto
e passivo, insistendo su un’OCCUPAZIONE STACCATA DALLA PRODUTTIVITÀ: a
questo, purtroppo, sono stati improntati molti provvedimenti della
Regione negli anni trascorsi.
QUESTA RIPROVEVOLE LINEA
POLITICO-ECONOMICA CHE HA CONTRIBUITO A DETERMINARE LA SITUAZIONE
ATTUALE, OGGI VA DENUNCIATA COME ASSOLUTAMENTE INADEGUATA E DELETERIA
ALLA CONDUZIONE DELLA COSA PUBBLICA.
Tranne forse alcuni casi
particolari l'uso acritico di "ammortizzatori sociali" aumenta, infatti,
l'adagiarsi degli individui e dei gruppi sociali su una stasi
patologica. E tragicamente l’incapacità di affrontare un vero rilancio
della produttività può significare un’ipoteca capace in pochi anni di
accumulare un conto debitorio il cui saldo non potrà che essere pagato
dalla nostra società e CON CONSEGUENZE TALI SUL PIANO SOCIALE DA RENDERE
DIFFICILE IL MANTENIMENTO DELL'ORDINAMENTO CIVILE.
E' doveroso
denunciare questo stato di cose sia per ciò che riguarda le nostre
responsabilità di siciliani, sia per ciò che si riferisce alle
responsabilità di sistemi più generali del Paese, che sono molto
consistenti! LA SITUAZIONE È TALE CHE LA STESSA CLASSE POLITICA DEVE FAR
SUO, IN MODO MEDITATO E SERIO E NON SEMPLICEMENTE FINALIZZATO AD UN
EPISODICO CONSENSO, L'USO DELLA DENUNCIA CHE PERÒ DEVE ESSERE SEGUITO DA
PROVVEDIMENTI RESPONSABILI DERIVATI DA SCELTE IMPEGNATE. …
Progetto Sicilia Su Facebook
Nessun commento:
Posta un commento