venerdì 27 giugno 2014

New deal! Un "Nuovo Corso" siciliano! I numeri del NON-lavoro - di Giuseppe Pizzino

I numeri del “non lavoro” sono lo specchio della realtà socio economica della nostra Regione. Nel 2013, ogni giorno, sono stati 200 i cittadini a perdere il proprio lavoro. Nel 2014, sono diventati 300 coloro che ogni giorno in Sicilia diventano disoccupati. Sono stati 75.000 nel 2013, saranno 100.000 nel 2014. Dal 2008 al 2014, 300.000 siciliani hanno perso il lavoro. Questo causerà un conflitto sociale cui è facile immaginare i risvolti.




L’effetto della maggiore disoccupazione comporta per la Regione, ogni anno, minori entrate Irpef per € 1 miliardo; cui si aggiungono € 400 milioni di Irap e Ires a causa della desertificazione produttiva, già acclarata; minor gettito di € 300 milioni per Iva dovuta al calo dei consumi testimoniato dalla deflazione, solo siciliana; infine, maggiori costi per ammortizzatori sociali per € 300 milioni.

Ogni giorno, la Regione “va sotto” € 6 milioni, oltre € 2 miliardi l’anno. Non bastano “poste straordinarie” come la sanatoria del contenzioso statale cui ha beneficiato la Regione per mezzo miliardo, nessun effetto ha prodotto il mutuo con CDP da € 1 miliardo che attraverso un debito ha permesso di pagare altri debiti, aumentando le addizionali regionali. I numeri hanno la testa dura. I numeri non cambiano perché continuiamo a fare sempre le stesse cose, sbagliando.

In una Regione dove ogni giorno “si va sotto” di € 6 milioni non si discute per sei mesi di “finanziaria, bis e ter” da € 300 milioni, manca il senso della misura. In una Regione dove si va sotto € 2 miliardi l’anno si discute di una sola finanziaria da € 2 miliardi, affrontando il problema alla radice. Dibattere su tre finanziarie in sei mesi significa che non sai quale è il problema o non lo hai capito o avendo capito non sai come affrontarlo e continui a fare le stesse cose che facevi prima, sbagliando.

Il problema si chiama entrate, servono maggiori entrate, solo questo, non altro. Bisogna aumentare subito le entrate. Capito il problema, la sua entità, bisogna affrontarlo in modo strutturale e risolutivo, è finito il tempo dei pannicelli caldi. Si chiama rinnovamento economico e sociale siciliano. Serve un new deal siciliano, un nuovo corso. Sembrerà alquanto strano ma, dopo aver capito il problema, la sua entità, la sua drammaticità, la parte più semplice è la soluzione strutturale e definitiva al problema. La soluzione sta nel problema stesso: è il lavoro.

Non servono molte parole per spiegare un concetto semplice, alla portata di tutti: il lavoro c’è! Il lavoro che c’è, tanto, fin troppo, in abbondanza per tutti i disoccupati e anche per tutti gli sfiduciati, giovani e meno giovani, donne e uomini, bianchi e non. Abbiamo tanto lavoro perché abbiamo accumulato un deficit infrastrutturale di € 40 miliardi rispetto al resto d’Italia. Abbiamo da fare € 40 miliardi di lavori, abbiamo 300.000 lavoratori da occupare, avremmo, attraverso Progetto Sicilia, anche le risorse finanziarie per realizzare tutte quelle opere che, incominciando dalle incompiute, vanno fatte urgentemente. E allora facciamolo questo “nuovo corso” siciliano, subito!

La soluzione è stata illustrata e documentata giorno 6 maggio in III Commissione Parlamentare presso l’Assemblea Regionale Siciliana. Questo elaborato è diventato un Disegno di Legge il n° 730 del 27 marzo. Un DDL, oggetto di un’iniziativa popolare, che ha visto protagonisti migliaia di cittadini siciliani che hanno firmato a sostegno di questo “nuovo corso” promosso dall’Associazione di promozione sociale Progetto Sicilia.

Questo elaborato ha richiesto quattro anni di lavoro, studio, ricerca e confronti. Dal 6 maggio, passato al vaglio della Commissione, aspetta di essere esaminato e discusso in Aula Parlamentare. Se fosse votata dall’Assemblea regionale siciliana sarebbe la prima Legge voluta dal popolo siciliano. Una Legge di prosperità e benessere. Una Legge che realizza subito la massima occupazione e il reddito sociale. La soluzione al degrado, alla povertà, alla nuova migrazione, soprattutto giovanile. L’antidoto alla disperazione che spinge al suicidio un genitore che perde la propria dignità. Infine, il risultato atteso, attraverso il lavoro aumenta il gettito tributario cui ha bisogno la cassa regionale per soddisfare le esigenze pubbliche, senza aumentare le imposte.

E’ il nuovo corso siciliano. Il rinnovamento economico e sociale auspicato da tutti i siciliani. E’ una soluzione semplice, reale e fattuale, di immediata applicazione. Qualcosa di diverso rispetto al passato. I numeri cambiano solo non facendo gli stessi errori già fatti. Quando il 27 dicembre dell’anno scorso abbiamo, come previsto dall’articolo 12 dello Statuto speciale della Regione Siciliana, presentato il Progetto di Legge, redatto in articoli, per la moneta siciliana Grano, abbiamo incominciato a sognare. Abbiamo pensato che dal basso fosse possibile realizzare il Miracolo Siciliano. Così è stato!

Il Popolo Siciliano ha regalato al Parlamento il Progetto di Prosperità e benessere per la nostra Isola. Chiediamo alla politica di accettare il regalo offerto Loro dal Popolo Siciliano. Un Miracolo tutto siciliano voluto dai siciliani, partito dal basso.

di Giuseppe Pizzino

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