venerdì 13 giugno 2014

La Banca d'Italia “certifica” la Sicilia. Sta colando a picco. Ecco tutti i dati

giuseppe pizzino
L'analisi della Banca d'Italia sulla Sicilia, non lascia scampo a interpretazioni di alcun genere, l'economia dell'isola sta colando a picco. Un dato per tutti è quello del PiL (Prodotto Interno Lordo) che è in calo per il sesto anno consecutivo, solo nell'ultimo anno meno 2,5%, ma il dato definitivo potrebbe essere ancora più basso.



Un dato ancora più grave se si considera che coincide con il periodo in cui la Sicilia avrebbe potuto investire e spendere i miliardi di euro messi a disposizione dalla Comunità Economica Europea, nel programma PO Fesr 2007-2013.
La crisi profonda che sta attraversando la Sicilia, colpisce tutti i settori dell'economia, con in testa l'attività edilizia, praticamente azzerata, con una calo standardizzato del dell'8,7%, e una contrazione generale che, dal 2006 ad oggi, supera il 40%. Nello stesso settore, di conseguenza viene fotografato un aumento della disoccupazione che sfiora il 10%.
Non sta meglio il settore industriale, ammesso che in Sicilia ce ne fosse mai stato uno degno di tale nome. Il calo è del 6,4% annuo con una situazione complessiva tra il 2007 e il 2012 che arriva al 24%
Tutto questo si riflette anche nelle abitudini di consumo delle famiglie siciliane che di fatto acquistano con un indice del meno 9,8% in aumento solo l'acquisto di tecnologia (telefonini, tablet e PC) che registrano un più 4%

Discorso a diverso è quello legato all'export. Che registra una contrazione del 14,8% nel 2013, dopo un anno di crescita 21,5% nel 2012. Dati però che in realtà vengono falsati dall'esportazione del petrolio. La Sicilia infatti raffina oltre il 50% del petrolio italiano. Di conseguenza le esportazioni dell'Isola vengono sempre forviate dalla dinamica del settore petrolifero, che rappresenta oltre i due terzi del flusso di vendite all'estero.
 
Ma quelli che preoccupano di più e, che danno il vero senso della situazione, sono i dati sull'occupazione. In un solo anno in Sicilia si sono volatilizzati 73 mila posti di lavoro, Nell'isola la disoccupazione sta crescendo a un ritmo doppio rispetto al dato nazionale. Altrettanto significativo è il dato che riguarda i giovani siciliani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, per i quali il tasso di disoccupazione si attesta al 38%, oltre 15 punti percentuali sopra la media nazionale. Ancora di più il dato dei giovani, "allo sbando" i così detti Neet ( che non lavorano, non studiano e non seguono un percorso di formazione) in questo caso il dato è del 42%, mentre quello nazionale è del 27%.

Una regione che sta letteralmente colando a picco, e di cui nessuno sembra comprenderne il correlato e diretto rischio sociale. Una depressione che non lascia margini di ripresa a breve termine. Tutti i dati confermano che, anche se si trovassero delle soluzioni immediate, ma il Governo Regionale di fatto non risulta particolarmente impegnato in tale fronte, i tempi di ripresa reale non potrebbero essere inferiori a 10 anni.

Fonte: http://www.palermoreport.it/notizie/la-banca-d-italia-certifica-la-sicilia-sta-colando-a-picco-ecco-tutti-i-dati

1 commento:

  1. La Sicilia entra nel settimo anno di crisi! Nei primi sei anni (2008/2013) si sono persi 250.000 posti di lavoro. Una media di oltre 40.000 posti di lavoro l’anno. Oltre 100 posti di lavoro per ogni comune siciliano, ogni anno. Il settimo anno inizia molto, ma molto, peggio. Nel primo trimestre oltre 30.000 posti di lavoro in meno, una proiezione di oltre 100.000 posti di lavoro che si perderanno nell’anno in corso. Sono 200.000 le famiglie in stato di povertà assoluta! Uno tsunami sociale, manca solo lo scorrere del sangue, che non tarderà ad arrivare, inevitabilmente. Idee, proposte, soluzioni, per arginare questa piaga sociale, questo crimine nei confronti dell’Umanità? Nessuna, nulla, niente, se non quanto proposto da un manipolo di siciliani che operano tramite un’associazione di promozione sociale. Noi abbiamo fatto la nostra parte, non siamo noi deputati a votare nel Parlamento questo Disegno di Legge di prosperità e benessere per la Sicilia e per i Siciliani. Dovrebbero farlo 90 pezzi da 90 che avrebbero il dovere di operare nell’interesse della Sicilia e dei Siciliani ma non lo hanno ancora fatto, difficile se non impossibile che lo facciano. Perché? Perché i rappresentanti degli interessi dei siciliani non dovrebbero votare una Legge di prosperità e benessere per i propri concittadini? Perché? Chiediamoci il perché? La risposta: conflitto di interessi. Sono in conflitto di interesse perché dai bisogni, dalla povertà, dalla sottomissione acquisiscono consenso elettorale. Paesani, aiutatevi che Dio vi aiuta! An.tu.Do!

    RispondiElimina