venerdì 2 maggio 2014

Progetto Sicilia in lotta per il "Grano"

Continua ormai da due giorni lo sciopero della fame voluto dai membri dell’associazione Progetto Sicilia e gli inoccupati e disoccupati palermitani, che chiedono la presa in esame da parte dell’Ars del disegno di legge di iniziativa popolare n. 730 del 27 marzo 2014.  Ma in soldoni, che cosa riguarda questo progetto di legge? Per dare una risposta a questa e ad altre domande siamo andati a chiedere direttamente a chi sta portando avanti questa battaglia, ovvero Giuseppe Pizzino che fa parte di Progetto Sicilia, queste le sue dichiarazioni, raccolte grazie al prezioso aiuto di Vito Giuliana:


Questo sciopero è fatto per stimolare e sensibilizzare i deputati siciliani ad esaminare il disegno di iniziativa popolare del 27/4/2014; sappiamo che la burocrazia è lenta ecco perchè abbiamo instaurato questo scipoero affinchè ci si renda conto che questo disegno di legge merita di essere prontamente discusso dall’aula. Noi non abbiamo la presunzione di “obbligare” le istituzioni ad approvarlo, ma chiediamo quantomeno che tale proposta venga esaminata. Ma andiamo al dunque. In Sicilia i risparmi presso le banche (escludendo altri istituti di credito come le poste) ammonta a circa 60miliardi di euro, se invece di far giacere questi soldi nelle banche essi fossero reinvestiti, allora si innescherebbero delle conseguenze positive per l’occupazione e lo sviluppo di questa terra e dei suoi abitanti. Dunque, il problema della Sicilia è la mancanza di liquidità e non tanto una questione di debito,  pertanto, questa assenza di liquidità non permette un concreto progetto di crescita e sviluppo. Detto questo,  noi abbiamo pensato di smuovere e creare liquidità chiedendo in prestito, attraverso delle obbligazioni emesse da Fin Sicilia (organo controllato dalla Regione) e che sarasnno sottoscritte dai siciliani. La Regione,  utilizzerà queste risorse per creare investimenti strutturali e strategici per realizzare importanti opere strategiche dall’agricoltura al turismo, concentrandosi in particolar modo sulle opere cosiddette incompiute. Tra quelle di maggior interesse vi sono senza dubbio il Centro Direzionale di  Termini Imerese, che potrebbe dare lavoro ai molti giovani che emigrano in cerca di migliori opportunità lavorative, ma anche  il centro storico di Palermo,  le  varie bretelle ferroviarie, ed ancora  quatto dighe che sono bloccate da diverso tempo per mancanza di fondi e  che potrebbero irrigare  fino a 70.000 ettari di terreno, e tante tante altre ancora. Naturalmente oltre a queste vi è senz’altro l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro e noi miriamo a raggiungere la massima occupazione, ovvero 250.000 nuovi posti di lavoro.

Per farlo però, occorre denaro, e noi attraverso questo disegno di legge miriamo a raccogliere 14 miliardi che verrebbero ripartiti nel seguente schema:

- 2miliardi con i fondi europei; – 6miliardi attraverso le obbligazioni; – 6 miliardi con l’immissione di nuova moneta regionale: il Grano.

Il mancato utilizzo dei fondi europei come molti sanno è una piaga che ormai attanaglia la nostra terra; per quel che riguarda le obligazioni, ricordo che è del tutto volontaria e che non sarà previsto assolutamente alcun prelievo forzoso.   Per cio che concerne la realizzazione di una nuova valuta, il Grano, noi promotori del disegno di legge, ci avvaliamoi degli studi effettuati da esponenti dell’università  Bocconi di Milano e della studiosa tedesca Margrit Kennedy ideando un progetto di valuta regionale, in modo da immetere nel  mercato una moneta (spendibile in tutta la Sicilia) da accompagnare  all’euro, in modo tale da dar vita ad una valuta sociale da accreditare a tutti i siciliani a dalle fasce di reddito più basse a salire, per favorire il mercato interno.


moneta complementare sovrana
Propongo un esempio: in Sicilia ci sono più di 200.000  famiglie che vivolno sulla soglia della povertà, se noi, a queste famiglie, dessimo 5.000 grani(che hanno controvalore di 10.000 euro) l’anno in modo dare la possibilità a queste famiglie di uscire da questa povertà assoluta. Questa emissione di moneta complmentare verrebbe garantita dalla regione siciliana ed il suo valore sarà “agganciato” all’euro. L’aggancio all’euro è fondamentale per questa moneta visto che  legandolo indissolubilmente ad esso, si scongiura il rischio di fenomeni
inflazionisti come il semplice aumento del prezzo avendo, un grano, il
controvalore di 2 euro in modo tale da consentire a tutti di raddoppiare il prorpio potere d’acquisto. Per i primi 5 anni circolerà una moneta elettronica  (la card visibile in foto) ricaricabile anche attrraverso un’app evitando così il pagamento di transazioni di ogni natura e solo dpo si vaglierà la possibilità di coniare o meno la nuova moneta”.

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